L’Ufficio federale tedesco per la sicurezza delle informazioni (BSI) ha raccomandato agli utenti del software antivirus Kaspersky di passare a un’alternativa per paura che l’azienda russa di sicurezza informatica possa essere utilizzata per facilitare gli attacchi informatici da parte del governo russo e, recentemente il BSI ha avvertito che la guerra in Ucraina ha sollevato il rischio di attacchi alle infrastrutture IT nei paesi della NATO e nell’Unione Europea ma Kaspersky Lab ha, di fatto, negato l’esistenza di qualsiasi legame tra esso e il Cremlino.

Kaspersky ha affermato in una dichiarazione che si trattava di una società gestita privatamente senza legami con il governo russo ma l’allarme da parte del BSI è giunto nel momento in cui l’invasione dell’Ucraina, da parte della Russia, si va intensificando a causa dei bombardamenti in continuo aumento: è stato altresì affermato che le aziende tedesche e le agenzie governative che gestiscono infrastrutture critiche si trovano attualmente a rischio di attacchi di hacking.

In Italia l’Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) ha recentemente affermato di stare particolarmente attenti ai software ed ai prodotti tecnologici provenienti dalla Russia, i quali potrebbero essere usati dal Cremlino come mezzo volto ad un attacco cibernetico alle pubbliche amministrazioni o grandi aziende occidentali, specialmente in seguito all’invasione dell’Ucraina ed il relativo muro di sanzioni contro Mosca. L’autorità nazionale deputata al coordinamento della cybersecurity nazionale ha redatto una raccomandazione interna, ove si evince il fatto che il governo sarebbe pronto a varare una norma ben precisa, volta alla necessaria disinstallazione dei software da parte delle pubbliche amministrazioni, vista la sua elevata diffusione.

Il direttore Roberto Baldoni intende sviluppare un’analisi “della situazione internazionale e del quadro geopolitico”, che rende “in particolare, opportuno considerare le implicazioni di sicurezza derivanti dall’utilizzo di tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione russa”. Si assiste ad una effettiva “necessità di disporre di tali soluzioni tecnologiche, non si esclude che gli effetti del conflitto ne possano pregiudicare l’affidabilità e l’efficacia, potendo per esempio influire sulla capacità delle aziende fornitrici legate alla Federazione russa di assicurare un adeguato supporto ai propri prodotti e servizi”, afferma l’Acn. In risposta, Kaspersky dichiara che in nessun caso permetterà “a terzi di accedere direttamente ai nostri dati o infrastrutture, e qualsiasi richiesta di funzionalità non documentata sarà sempre rifiutata”.

Malgrado nella raccomandazione non vi sia un espresso riferimento ad una particolare tecnologia (trattandosi genericamente di “sicurezza dei dispositivi, ivi compresi applicativi antivirus e antimalware” ) inevitabilmente si mira a far riferimento a Kaspersky, l’azienda con sede a Mosca che produce l’omonimo antivirus, uno dei migliori sul mercato.

A tal proposito si è pronunciata la Francia, attraverso il Centro governativo di sicurezza informatica, sostenendo che “nel contesto attuale, l’uso di alcuni strumenti digitali, in particolare gli strumenti della società Kaspersky, può essere messo in discussione a causa del loro legame con la Russia”, specificando, in ogni caso, che non vi sono “elementi oggettivi per giustificare una modifica della valutazione del livello di qualità dei prodotti e servizi forniti”.