Una pronuncia molto importante sul diritto all’oblio, ma ancora di più per quanto concerne il diritto applicabile a quanto succede in rete.

La sentenza della Corte di Giustizia del 24 settembre 2019, nella causa C-507/17 ha stabilito, infatti, che la c.d. deindicizzazione (espressione del più ampio il diritto alla protezione dei dati personali), non è una prerogativa assoluta, ma va considerato alla luce della sua funzione sociale e va contemperato con altri diritti fondamentali e che «l’equilibrio tra il diritto al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati personali, da un lato, e la libertà di informazione degli utenti di Internet, dall’altro, può variare notevolmente nel mondo».

Da ciò consegue che nella rete Rete le regole, comprese quelle imprescindibili come il Gdpr o la direttiva sul copyright, possono portare un’esperienza diversa online in base al Paese da cui si naviga.

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