Nel corso dell’estate i due colossi della tecnologia Apple e Google, dovranno affrontare numerose indagini in materia di Antitrust in paesi molto diversi tra loro, in cui però vengono mosse le medesime accuse di avere una posizione dominante nel mercato.

Nel Regno Unito, la Competition and Markets Authority (CMA) ha infatti annunciato aver avviato indagini sul duopolio delle aziende nell’ecosistema mobile britannico, che viene definito “effettivo”.

La CMA ha determinato quali punti di accesso dell’ecosistema mobile delle due big tech i due marketplace App Store e Google Play Store, e i browser web di riferimento Safari e Chrome: da qui, infatti, i consumatori possono accedere a prodotti, contenuti e servizi.

Alla base dell’attività investigativa ci sarebbe il timore che il duopolio ipotizzato (ma non ancora riscontrato ufficialmente) possa avere tra le sue conseguenze una riduzione dell’innovazione in tutto il settore e un innalzamento dei prezzi per dispositivi e app o per altri beni e servizi a causa dei prezzi pubblicitari più elevati. Alcuni sviluppatori che si appoggiano agli store in questione saranno ascoltati per capire la loro esperienza con i due big del settore e meglio comprendere se effettivamente sussista ed eventualmente cosa comporta a livello pratico il duopolio nel settore. Le autorità inglesi hanno inoltre preparato e diffuso presso la comunità degli sviluppatori un questionario pubblico con domande per capire a quale app gli sviluppatori stavano lavorando e capire l’esistenza di alternative.

In Giappone, sempre nel mercato dei dispositivi mobili, Apple e Google sarebbero sotto indagine per l’accordo che le due aziende avrebbero siglato con i produttori di smartphone del Sol Levante. I sistemi operativi iOS di Apple e Android di Google rappresentano oltre il 90% del mercato giapponese degli smartphone, pertanto un comitato governativo, composto da funzionari, burocrati ed esperti esterni, provvederà a svolgere le indagini, valutando i rapporti commerciali di Apple e Google in Giappone, se questi sono condotti in modo equo rispetto ai casi all’estero. Se il comitato dovesse riscontrare problemi nell’indagine il governo potrebbe intensificare le normative antitrust. Il caso è strano, perché non è chiaro cosa potrebbero fare le due società al riguardo o quali rimedi potrebbero essere applicati, senza contare il fatto che da quella appena avviata potrebbero scaturirne altre collaterali. Ad esempio, come hanno fatto gli organismi per la concorrenza di altri paesi, le autorità giapponesi potrebbero concentrare la propria attenzione su questioni come il controllo di Apple su App Store.

Ma anche in patria le due aziende sono sotto la lente delle autorità, come abbiamo peraltro segnalato: se le indagini di diverse giurisdizioni portassero tutte alle medesime conclusioni, probabilmente la strategia di creare ecosistemi digitali chiusi potrebbe dover essere riconsiderata, aprendo scenari inesplorati sia a livello economico che tecnologico.