Pochi giorni fa, il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha esortato il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, a rispettare i diritti umani al centro del social network “Twitter”, dopo aver licenziato circa la metà dei dipendenti dell’azienda. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato uno stato di preoccupazione per la piattaforma digitale, diffondendo un messaggio contro la propagazione dell’incitamento all’odio e della disinformazione ed evidenziando la necessità di proteggere la privacy degli utenti. A fine ottobre Elon Musk ha rilevato Twitter e lanciato una pericolosa campagna di licenziamenti: divisioni di Twitter come quelle dei diritti umani e dell’intelligenza artificiale sono state cancellate, pertanto le Nazioni Unite hanno chiesto a Musk di impegnarsi perché sul social network si rispettino i diritti umani. Come anticipato Volker Turk ha scritto una lettera aperta a Musk, invitandolo a garantire che i diritti umani rimangano al centro dell’amministrazione di Twitter.

Le operazioni di moderazione, screening e il blocco dei contenuti online inaccettabili esistono da quando esiste la comunicazione in rete e risultano sempre più importanti da quando sono incrementate le forme di incitamento all’odio, disinformazione e contenuti illegali, per cui non dovrebbero essere delle tematiche prese alla leggera. Ogni fattore di indebolimento dei filtri sui social permette ai contenuti più dannosi di raggiungere i nostri schermi, con serie implicazioni soprattutto per i diritti umani. Le politiche governative non sono le uniche ad essere responsabili della difesa dei diritti umani, lo sono anche le imprese, pertanto i social media si sono rivelati un mezzo estremamente potente per le persone di tutto il mondo per far valere il loro diritto umano alla libertà di espressione. In sintesi, Twitter, come tutte le altre piattaforme online, ha la responsabilità di rispettare la libertà di espressione, pur non consentendo a quest’ultima di prevalere sugli altri diritti.

Qualsiasi operazione volta alla rimozione della moderazione dei contenuti rischia quindi di violare gli obblighi aziendali in materia di diritti umani. La libertà di espressione illimitata per alcuni si traduce quasi inevitabilmente nella restrizione altrove di quella stessa identica libertà. In questo scenario, Musk afferma che Twitter diventerà ora una “town square” più democratica, certamente con possibili conseguenze disfunzionali e pericolose. Twitter è stato spesso teatro di evidenti espressioni di razzismo e misoginia, per cui, a tal proposito, è importante ricordare che la moderazione dei contenuti non è sinonimo di censura: la moderazione può facilitare un dialogo genuino reprimendo lo spam e post tossici che spesso invadono la comunicazione sui social media.

Ovviamente, non sappiamo ancora esattamente come ci apparirà la nuova versione di Twitter, secondo Musk: se Twitter non si attrezza con un controllo interno, i contenuti dannosi potrebbero diventare una bestia difficile da domare. Di fatto, Elon Musk ha ottenuto il controllo commerciale di quello che è stato concepito come uno spazio sociale relativamente democratico fino ad ora e ciò che sta accadendo avrà serie conseguenze per i diritti nell’era digitale. Non bisogna inoltre dimenticare dobbiamo inoltre dimenticare il costo emotivo e psicologico dei moderatori di contenuti umani che devono vedere “il peggio dell’umanità” per proteggere i nostri schermi rendendo la rete un posto migliore grazie alle operazioni di screening volte a beneficio di tutti.