L’ufficio del garante canadese ha indetto una procedura di indagine in merito al modo in cui «le informazioni personali vengono raccolte, usate e divulgate senza consenso». Philippe Dufresne, il commissario, ha spiegato i livelli di priorità che hanno raggiunto sia l’intelligenza artificiale che i suoi effetti sulla privacy. Quindi, potrebbe trattarsi di un nuovo “sussulto” per OpenAI, dopo che anche il Garante tedesco ha resa nota la possibilità di avviare un procedimento identico a quello italiano. In sintesi “l’Office of the Privacy Commissioner of Canada” sta indagando sull’app di linguaggio generativo ChatGPT e a seguito dell’indagine, Dufresne ha dichiarato che “la tecnologia dell’intelligenza artificiale e i suoi effetti sulla privacy degli utenti sono una priorità”, aggiungendo che bisogna “stare al passo con i rapidi progressi tecnologici “.

È noto che, non molto tempo addietro, il garante della privacy italiano ha fatto una mossa simile in cui il paese ha temporaneamente vietato il chatbot AI ChatGPT per “allarmi” riguardanti la presunta violazione della privacy e della sicurezza dei dati personali degli utenti. Le autorità italiane per la protezione dei dati hanno dichiarato che il divieto è stato posto per impedire a OpenAI di elaborare i dati per gli utenti italiani. Inoltre, è stata avviata un’indagine per mancanza di giustificazione legale per la raccolta e l’archiviazione dei dati degli utenti. L’ordine dovrebbe durare fino a quando la legge sulla privacy dell’UE non sarà rispettata da OpenAI per la protezione dei dati. Oltretutto, di recente, la Germania ha anche discusso di vietare il chatbot avanzato di OpenAI, ChatGPT, per violazione dei dati privati e della sicurezza. La Germania aveva richiesto ulteriori informazioni e dati all’Italia in merito al divieto temporaneo di ChatGPT nel paese per saperne di più sulla situazione.

Le 27 nazioni che compongono l’Unione Europea stanno formulando una normativa in grado di classificare i programmi e gli strumenti di intelligenza artificiale in base al loro livello di rischio percepito, senza considerare inoltre che, i “rischi e le opportunità” dell’intelligenza artificiale, permangono in uno stato di incertezza a livello mondiale dal momento che, oltretutto, la Casa Bianca afferma che Biden “discuterà – a breve – dell’importanza di proteggere i diritti e la sicurezza per garantire un’innovazione responsabile e tutele adeguate“. ChatGPT è stato oggetto di diatriba portata davanti alla Federal Trade Commission degli Stati Uniti: in un reclamo presentato all’ente per la protezione dei consumatori e pubblicato sul suo sito Web, un gruppo sostenitore dell’etica tecnologica afferma che ChatGPT rappresenta un rischio per la privacy e la sicurezza pubblica. Nella denuncia, presentata il 30 marzo, il Center for Artificial Intelligence and Digital Policy ha affermato che la tecnologia OpenAI non soddisfa i requisiti della commissione per il commercio secondo cui l’intelligenza artificiale deve essere “trasparente, spiegabile, equa ed empiricamente solida mentre promuove la responsabilità“. La contestazione è stata presentata poco dopo che un gruppo di vertici del settore tecnologico, tra cui Tesla, Twitter e il magnate di SpaceX Elon Musk e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, hanno chiesto una pausa di sei mesi alle aziende che implementano la tecnologia dell’intelligenza artificiale.