Prossimamente la nuova strategia vincente per lo sviluppo e la ripresa dell’economia sul piano nazionale consisterà nell’accoppiata “PNRR e digitale”: circa il 90% delle aziende si troverà a sfruttare le risorse del Piano di ripresa e resilienza per perseguire obiettivi all’insegna dell’innovazione.

Il PNRR prevedrà degli incentivi che riguarderanno la digitalizzazione delle PMI, la formazione e le competenze che saranno sempre più richieste: sarà suddiviso in 6 missioni e per l’Italia sono previsti 191 miliardi di fondi per innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica ed inclusione nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

Quando si parla di innovazione non si intende soltanto l’implemento di vari sistemi e processi che stanno sempre più assumendo un valore tecnologico, si vuole al contempo altresì investire in nuovi iter di formazione volti a colmare il gap di competenze digitali tra i professionisti ed i dipendenti delle grandi aziende (e non solo) sviluppando un nuovo scenario in materia di e-skill.

Recentemente il Ministro per la trasformazione digitale ha spesso evidenziato la carenza di competenze digitali, ad oggi oltremodo importanti per una sana competizione sul mercato. La focalizzazione e l’attenzione in merito allo sviluppo di competenze digitali rappresenta uno dei fattori più importanti del PNRR intorno al quale si sta evolvendo il futuro delle aziende e delle piccole e medie imprese.

Il quantitativo di fondi previsti da parte del PNRR si aggira intorno al miliardo e mezzo: tali fondi saranno destinati in primo luogo all’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Al contempo, si sta registrano un notevole sviluppo della digitalizzazione della PA, la quale rappresenta uno degli elementi-chiave individuate dalle strategie di ripresa: alla luce di quanto previsto dal Regolamento (UE) 2021/241 che ha istituito il Recovery and Resilience Facility, nel principio della transizione digitale si rinviene uno dei sei pilastri per le strategie di rilancio delle economie europee.

Una notevole “fetta” di queste risorse è destinata precisamente ad interventi che intendono trasformare la pubblica amministrazione sotto un profilo digitale: i suddetti interventi sono riuniti in una “componente” della Missione 1 riservata alla “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” (c.d. M1C1).
Questa prima componente si ramifica in tre specifiche aree di intervento:

· Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;

· Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo;

· Turismo e Cultura 4.0.

Nello specifico, tali elementi relativi alla prima componente hanno intenzione di trasformare la Pubblica Amministrazione tramite una strategia che si fonda sulla modernizzazione dei servizi offerti agli utenti, grazie all’evoluzione delle competenze all’interno della PA. Si intende così offrire servizi sempre più efficienti e accessibili (gli investimenti di cui si è discusso sopra sono distribuiti nel seguente modo: il 24% dei Fondi è destinato all’innovazione della Giustizia, il 63% alla digitalizzazione della PA ed infine il 13% all’innovazione sempre delle amministrazioni pubbliche).

In merito agli investimenti volti alla trasformazione digitale della PA, il PNRR prevede precisamente di:

· completare iniziative già previste nel Piano triennale;

· incrementare il processo di innovazione nei campi in cui l’Italia presenta forti gap in confronto ad altri Paesi;

· investire in competenze e innovazione ma semplificando i procedimenti amministrativi e giudiziari.