Le tecnologie digitali stanno trasformando il modo in cui è possibile esercitare e manifestare la propria libertà di espressione, comportando il riconoscimento di una nuova dimensione di diritti. Oltre all’evoluzione del quadro legislativo, questi progressi invitano anche allo sviluppo di un’etica digitale che prevenga la violazione dei diritti. Le considerazioni etiche sono rilevanti in casi come il testamento digitale, che determina cosa fare con la presenza digitale del defunto, o il diritto alla disconnessione, che limita l’uso delle comunicazioni digitali al di fuori dell’orario di lavoro, o ancora la gestione dei diritti digitali (DRM), dove la remunerazione degli autori e il libero accesso alle opere artistiche i cui diritti sono già scaduti entrano in conflitto.

Il processo di digitalizzazione ha portato alla creazione di nuovi oggetti di circolazione della ricchezza, che hanno ricevuto il nome comune di “beni digitali”. Allo stesso tempo, nella letteratura attuale non esiste un approccio unificato alla comprensione delle risorse digitali, e inizia solo ora ad essere trattato con dovizia il tema dell’eredità di tali beni.

Nel complesso, il concetto di “eredità digitale” si riferisce alla successione universale relativamente a e-mail, messaggi, servizi di posta elettronica, carte elettroniche, album fotografici pubblicati su Instagram e servizi cloud, selezioni musicali su servizi e in applicazioni e altri. L’eredità digitale, dunque, non è altro che il processo di consegna dei media digitali (personali) alla stregua di beni e diritti tangibili a beneficiari (umani) che possiedono la qualità di eredi, sulla base di una successione testamentaria o legittima. Il processo include la comprensione di quali risorse e diritti digitali esistono, e in che misura essi possono essere trasferiti ad altro soggetto, e il loro trattamento dopo la morte di una persona.

Si tratta sostanzialmente della trasmissione a terzi del “patrimonio digitale” di una persona dopo la sua morte, ossia una pluralità eterogenea di beni e rapporti giuridici relativi alle informazioni conservate su un supporto elettronico.

Per quel che riguarda, nello specifico, il momento in cui è necessario disporre delle ultime volontà, anche il testamento si deve adeguare al progresso tecnologico, potendo salvaguardare in caso di morte, password, account, profili social, conti correnti online, grazie al testamento digitale, dove vengono indicate le persone fidate a cui fornire le credenziali e le disposizioni. Si tratta di uno strumento con cui regolare la propria eredità digitale, volto essenzialmente a disciplinare la successione di dati e informazioni che riguardano la dimensione informatica. Come sappiamo, i media giocano un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana e, a differenza delle risorse fisiche, le risorse digitali sono effimere e soggette a continui cambiamenti, ma, senza dubbio, l’ereditarietà digitale è un aspetto su cui il mondo del diritto dovrà interrogarsi in maniera approfondita, sia per cogliere gli aspetti legali che quelli etici di una problematica ormai estremamente concreta.