Meta ha minacciato l’UE di rimuovere tutti i suoi servizi affermando che la rigida conformità alle normative sui dati ha ostacolato le operazioni in tutto il territorio europeo. Il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha comunicato di voler chiudere le piattaforme social, Facebook e Instagram, in Europa qualora non venga consentito il trasferimento di dati ai server americani. Nel suo rapporto annuale alla US Securities and Exchange Commission, la società madre di Facebook ha rilasciato la dichiarazione di condanna delle regole e dei regolamenti delle autorità europee che vietavano all’azienda di archiviare i dati europei sui server americani per motivi di sicurezza.

La normativa europea relativa al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), impone una serie di obblighi alle organizzazioni straniere che prendono di mira o raccolgono dati relativi ai cittadini dell’UE.

Attualmente, Meta ha minacciato l’Europa di rimuovere tutti i suoi servizi nella sua dichiarazione finanziaria depositata di recente a febbraio, affermando che la rigida conformità alle normative europee sui dati ha ostacolato le sue operazioni, applicazioni e servizi nei data center. Il vero motivo di un potenziale blocco dei social consiste in una vera e propria posizione da parte del colosso americano nei riguardi delle politiche di gestione dei dati personali d’Europa, in osservanza della sentenza pronunciata dalla Corte di Giustizia il 16 luglio 2020 (c.d. “Sentenza Schrems II”) in merito al regime di trasferimento dei dati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, che ha invalidato la decisione di adeguatezza del Privacy Shield, rendendo  difficilmente applicabili le regole di trasferimento extra Ue dei dati personali dei cittadini europei.

Le autorità di regolamentazione europee stanno attualmente redigendo nuove normative che decideranno come trasferire i dati degli utenti negli Stati Uniti. L’azienda gestita da Mark Zuckerberg ha posto la sua dichiarazione alla Securities and Exchange Commission, affermando che “Se non verrà adottato un nuovo quadro di trasferimento transatlantico di dati e non saremo in grado di continuare a fare affidamento su mezzi alternativi di trasferimento di dati dall’Europa agli Stati Uniti, probabilmente non saremo in grado di offrire una serie dei nostri prodotti e servizi più importanti, inclusi Facebook e Instagram, in Europa, che influirebbero materialmente e negativamente sulla nostra attività, sulla nostra situazione finanziaria, e sui risultati delle operazioni“.

Nel frattempo, Meta e altre aziende sono state in grado di utilizzare le clausole contrattuali standard (SCC) per continuare i trasferimenti di dati, ma la Commissione irlandese per la protezione dei dati ha stabilito preliminarmente nell’agosto 2020 che potrebbe essere necessario sospendere anche l’uso di SCC (Standard Contractual Clauses) da parte di Meta. L’azienda afferma di non voler ritirare i propri servizi dall’Europa, ma ha chiesto regole chiare in base alle quali operare in quanto le autorità di regolamentazione del continente continuano a spremere il gigante dei social media e altre società che fanno affidamento sui dati per le loro operazioni.

Il pressing da parte di Meta è stato accolto con grande freddezza in Europa. “Una cosa deve essere assolutamente chiara: l’Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei suoi valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini”, ha affermato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer. Le trattative fra la Commissione europea e gli U.S.A. sul trasferimento di dati sono in corso e si sono intensificate ma “richiedono tempo data anche la complessità dei temi discussi e la necessità di trovare un equilibrio fra la privacy e la sicurezza nazionale”.