E se l’apprendimento automatico non fosse solo l’ultima frontiera della tecnologia, ma il modo in cui l’universo stesso apprende e crea le proprie leggi?

Non si tratta di una trama fantastica, ma di una domanda a cui ha provato a dare risposta un nuovo studio, intitolato The Autodidactic Universe, pubblicato su arXiv da un team di fisici teorici che lavorano con vari istituti e partner tecnologici, tra cui anche Microsoft.

Secondo i teorici che hanno realizzato questo studio, l’intero universo potrebbe essere considerato come un sistema di apprendimento automatico delle leggi evolutive. L’apprendimento automatico è un algoritmo che ha avuto enorme diffusione soprattutto correlato all’intelligenza artificiale, consentendo a un computer di “imparare” da solo sulla base di masse di dati che gli vengono forniti.

Se le leggi che governano l’intero universo sono guidate da un algoritmo di apprendimento evolutivo, sostanzialmente l’universo può essere considerato come un computer che, invece di esistere allo stato solido, esiste in una sorta di dimensione immateriale e si perpetua tramite le proprie leggi. Queste leggi vengono create dallo stesso universo in essere e senza una supervisione, in maniera simile ad una rete neurale di tipo informatico che sostanzialmente apprende senza la supervisione degli esseri umani, i quali si limitano a fornire alla stessa rete i dati. In questo modo l’universo stesso si evolve e lo fa in maniera unidirezionale in quanto quelle stesse leggi, oltre che “autodidattiche”, sono irreversibili. Secondo questo studio, dunque, la fisica potrebbe essere rappresentata da un apparato di leggi che possono evolvere con il passare del tempo: la relatività, per esempio, potrebbe aver avuto conseguenze sulla realtà diverse 13,8 miliardi di anni fa, quando si è formato lo stesso universo, rispetto ad oggi così come potrebbe averne tra 100 trilioni di anni, sempre rispetto ad oggi.