Solitamente, e purtroppo tristemente, sono sempre più frequenti le notizie di cyberattacchi andati a bersaglio, con dati trafugati e servizi paralizzati. Spesso gli autori degli attacchi rimangono anonimi, e non si conosce l’esito delle vicende e le azioni intraprese dalle vittime, se non quelle volte a ripristinare i servizi danneggiati.

Invece stavolta Facebook avrebbe non solo individuato l’autore di un attacco, ma ha deciso di intentare causa contro di lui: il famoso social network, secondo alcuni importanti siti d’informazione USA, avrebbe citato in giudizio il cittadino ucraino Alexander Solonchenko con l’accusa di aver rubato i dati per più di 178 milioni di utenti. Solonchenko tra il gennaio 2018 e il settembre 2019 avrebbe sfruttato la funzione di importazione dei contatti di Messenger, utilizzando uno strumento automatizzato che imitava i dispositivi Android, inserendo milioni di numeri di telefono e raccolto dati ogni volta che il sito restituiva informazioni sugli account collegati ai numeri, per poi vendere i dati così trafugati al mercato nero.

Facebook avrebbe rintracciato Solonchenko dopo aver utilizzato il nome utente del forum e i dettagli di contatto per e-mail e schede di lavoro. La richiesta della società USA nei confronti del cittadino sarebbe indeterminata nell’ammontare e prevedrebbe inoltre il divieto imposto al presunto autore dell’attacco di accesso alla piattaforma.

Sarà interessante seguire l’evoluzione della vicenda, sebbene l’attacco attribuito a Solonchenko non sia il più grande incidente del genere. In un’altra occasione, infatti, gli hacker erano riusciti a rubare i dati di 533 milioni di utenti attraverso la stessa funzione. Tuttavia, quanto accaduto illustra la determinazione di Facebook a reprimere il data scraping: è disposta a perseguire gli aggressori in tribunale nella speranza di scoraggiare simili campagne di data raid.