Negli ultimi anni, da parte dei vertici delle società, è stata rivolta l’attenzione alle campagne finalizzate all’approvazione della Direttiva europea sul whistleblowing, la quale è destinata ad implementare il quadro giuridico volto alla protezione dei whistleblower e promuovere il whistleblowing come benefit verso l’interesse pubblico, in ogni Paese d’Europa. La Direttiva sulla protezione dei whistleblower (Direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2019 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione), è entrata in vigore alla fine del 2019 ed è ritenuta di fondamentale importanza per una resa maggiormente omogenea degli elementi attinenti alla protezione dei whistleblower, fino ad ora “frammentati” negli Stati facenti parte dell’Unione.

La protezione dei whistleblower contribuisce a creare un ambiente favorevole per un lavoro dignitoso e una crescita sostenibile: riduce la tolleranza alla corruzione, rafforza gli organi di controllo responsabili di garantire condizioni di lavoro eque e dignitose per tutti e aumenta la trasparenza delle transazioni finanziarie che interessano sia il settore pubblico che quello finanziario.

La logica alla base di whistleblowing free and open source software (FOSS) trasformerà la dinamica del processo di segnalazione, spostando l’attenzione, grazie all’anonimato digitale, dal whistleblower all’informazione e alle prove.

L’anonimato digitale si è sempre basato sull’utilizzo di software messi a disposizione degli “hacker”, lasciando ai whistleblower l’incombenza di gestire la sicurezza in tutte le fasi relative alle segnalazioni.

Visto il potere del whistleblowing anonimo, gli esperti informatici attivi sul web si sono adoperati verso la ricerca di numerosi progetti volti a creare tool per il whistleblowing accessibili, sicuri. In Italia, nel 2011, è stato creato il “GlobaLeaks”, software libero e open source, che dovrebbe creare piattaforme per il whistleblowing anonimo.

GlobaLeaks viene utilizzato da più di mille organizzazioni mediatiche e società che hanno così potuto creare delle “cassette della posta” online, intese quali pagine a cui i whistleblower possono accedere, grazie all’anonimato, per via del Tor Browser, dove si segnalano prove di illeciti.

Nello specifico, nel nostro Pese, GlobaLeaks viene usato dall’area itlaian di Transparency International nel centro “Allerta Anticorruzione – ALAC” al fine di ricevere le segnalazioni dai whistleblower.

In collaborazione con the Renewable Freedom Foundation e grazie a un grant di Open Society for Europe, nel 2018 Hermes Center ha avviato Digital Whistleblowing Fund: si tratta di un programma a supporto di coloro che sono disposti ad avviare progetti che si impegnano attivamente nella sollecitazione di cittadini e dipendenti per denunciare corruzione e illeciti.

Il Fondo sostiene specificamente le organizzazioni di base che istituiscono progetti di denuncia digitale, tra cui giornalisti e gruppi investigativi, attivisti per i diritti umani e ambientali, gruppi anticorruzione, attivisti dei media e della libertà di parola e molti altri.

Il Digital Whistleblowing Fund consente quindi alle organizzazioni di richiedere e ricevere supporto finanziario, operativo e strategico per avviare iniziative di whistleblowing digitale e lavora seguendo cicli tematici, tra cui l’anticorruzione, la violenza basata sul genere, i diritti di minoranze, migranti e rifugiati: è un programma di micro-sovvenzioni che mira a consentire ai gruppi di giornalismo investigativo e alle organizzazioni di base per i diritti umani di ricevere supporto finanziario, operativo e strategico all’avvio di un’iniziativa di whistleblowing digitale sicura, nell’ambito della loro missione sociale. Le sovvenzioni concesse a organizzazioni di successo sono suddivise in micro-sovvenzioni fino a € 3.000 in supporto finanziario e servizi tecnologici e di consulenza per sostenere l’avvio della loro iniziativa di “denuncia digitale”.