Nei paesi di common law vige il principio dello stare decisis, ovvero di appoggiare le proprie argomentazioni giuridiche su casi concreti già giudicati. Per questo motivo nei paesi che adottano questo sistema giuridico le legaltech si concentrano molto sulla ricerca di giurisprudenza che sia conforme alla linea difensiva scelta dagli avvocati.

Negli Stati Uniti in questi giorni è accaduto un fatto assai rilevante per il mondo legaltech: il colosso della tecnologia legale Thomson Reuters sta citando in giudizio la società di ricerca legale guidata dalla PNL, ROSS Intelligence, accusandola di appropriarsi in maniera fraudolenta di dati.

Per capire l’entità dell’accusa occorre fare un passo indietro per capire la tecnologia del Key Number System (anche detto KNS), che è alla base delle soluzioni tecnologiche delle due parti in causa.

Il KNS, primo strumento del suo genere, è un sistema di classificazione della legge federale degli Stati Uniti, creato da West Publishing ed attualmente controllato da Thomas Reuters. Esso consente ai procurers di organizzare i casi in base a questioni e argomenti legali corrispondenti.

Thomson Reuters sta citando in giudizio ROSS Intelligence, startup di ricerca legale e competitor, ritenendo che West Key Number System (WKNS) e West Headnotes siano stati utilizzati senza la loro autorizzazione.

Il reclamo, presentato presso il tribunale degli Stati Uniti nel Delaware, afferma che ROSS “consapevolmente” ha indotto la società di ricerca e scrittura legale LegalEase Solutions, sua partner nella creazione di uno strumento di ricerca giuridica, ad utilizzare il suo account Westlaw per riprodurre i dati di contenuti nel programma e successivamente consegnarli a ROSS in massa.

ROSS ha avrebbe agito in questo modo dopo che West non approvò una licenza propria, quindi si sarebbe comportato così non per scopi di ricerca legale, ma per creare un prodotto “in competizione” senza alcuna spesa di risorse.

Dunque, per creare una piattaforma di ricerca legale in grado di competere con Westlaw, ROSS aveva bisogno di acquisire un numero elevato di contenuti legali, ed uno strumento con cui poterli organizzare.

ROSS sapeva che non gli sarebbe stato concesso l’accesso a Westlaw, quindi ha optato per ottenere l’accesso a Westlaw in maniera ingannevole e scorretta.

È la prima volta che assistiamo ad uno scontro giudiziario per dei dati di questa natura, sarà interessante continuare a monitorare la vicenda per capire se pagare un abbonamento in maniera trasparente, ma poi utilizzare i dati che si ottengono da quell’abbonamento per fini commerciali, sia una pratica commerciale scorretta.