L’etica e la legge sono indissolubilmente legate nel contesto di una società moderna e, talvolta, diverse decisioni derivano dall’interpretazione di varie questioni relative all’etica stessa.

L’intelligenza artificiale si aggiunge alle questioni che pongono degli interrogativi in merito, prendendo ad oggi in considerazione nella realtà attuale, tutti i sistemi che utilizzano le tecnologie di intelligenza artificiale che stanno diventando sempre più autonomi in termini di complessità dei compiti che possono svolgere, in considerazione altresì del loro potenziale impatto sul mondo e della capacità di comprendere, prevedere e controllare il loro funzionamento da parte degli esseri umani.

La gran parte della popolazione sottovaluta il livello effettivo di automazione di questi sistemi, che hanno la capacità di apprendere dalla propria esperienza ed eseguire azioni che vanno oltre lo scopo di quelle preventivate da chi li ha creati.

I problemi legali sono abbastanza controversi relativamente al mondo della robotica, considerando che si tratta della produzione di sistemi artificiali che apprendono dalle informazioni che ricevono dal mondo esterno e che  possono agire in modi che i creatori non avrebbero potuto prevedere: alla luce di queste brevi ipotesi, è necessaria una effettiva tutela sotto il profilo legale.

Ad oggi esistono diverse realtà che trattano di regolamentazione in materia, e, ad esempio, le tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale possono essere regolate come elementi soggetti a copyright o a diritti sulla proprietà.

Diversi Paesi stanno regolamentando attivamente le condizioni legali per lo sviluppo di tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale e la creazione della risoluzione sulle norme di diritto civile sulla robotica ha segnato il primo passo verso la regolamentazione dell’intelligenza artificiale nell’Unione europea.

Nel 2015 è stato istituito un gruppo di lavoro su questioni giuridiche relative allo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale nell’Unione europea. La risoluzione predisposta non si identifica come un documento vincolante, ma fornisce una serie di raccomandazioni alla Commissione europea su possibili azioni nell’area dell’intelligenza artificiale, non solo per quanto riguarda il diritto civile, ma anche per gli aspetti etici della robotica.

Il 21 e 22 novembre 2019, presso la sede della Camera dei Deputati, la Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine ha pianificato una conferenza internazionale al fine di trattare le generali argomentazioni inerenti ai profili etici e giuridici del sempre più attivo utilizzo delle tecnologie di I.A.

Si tratta dunque dello Statuto etico e giudico dell’Intelligenza artificiale, il quale non soltanto si presenta come una generale analisi della realtà tecnologica ma si pone altresì in posizione di garanzia per quel che riguarda i soprattutto principi giuridici per l’I.A.

Attualmente è risultato importante indire un dibattito sul codice etico dell’I.A. in Italia, volendo manifestare l’importanza dei profili inerenti alla necessità di predisporre altresì giuridico meno astratto.

Si tratta dunque della nuova accettazione di un’era che propende verso la gestione di tecnologie che necessitando di una particolare accettazione da parte dei contesti sociali di appartenenza, volendo considerare ad ogni modo il fatto che debba sussistere la creazione di regole che l’autorità pubblica deve predisporre attraverso la “collaborazione” dei gestori e degli utenti della c.d. “economia digitale”

L’incontro di cui si tratta in questa sede, ha sollevato importanti questioni inerenti agli sviluppi dell’I.A nei settori della sicurezza, della finanza, della medicina e della giustizia.

Infine, l’obiettivo della Fondazione è stato quello di offrire  una panoramica generale ed effettiva su quelli che si possono considerare sia gli elementi che i dilemmi presenti all’interno di un contesto sociale ormai in fase di sviluppo tecnologico oltremodo avanzato, prospettando ai gestori della politica un palinsesto di ipotesi normative al fine di garantire il fatto che le tecnologie vengano considerate un benefit sociale.