Nell’attuale contesto digitale, l’intelligenza artificiale sta continuando ad emergere come una forza trasformativa capace di rimodellare profondamente il panorama della cybersecurity. La sua influenza si manifesta in modo ambivalente: da un lato, essa rappresenta un potente alleato nella difesa dei sistemi informatici aziendali mentre dall’altro, offre nuovi strumenti e strategie anche a coloro che intendono violarli e questa duplice natura rende l’IA uno dei principali protagonisti della sicurezza digitale contemporanea, portando con sé tanto opportunità quanto criticità.

La capacità dell’IA di apprendere, adattarsi e agire autonomamente ne fa una risorsa strategica per i professionisti della sicurezza informatica, soprattutto in un’epoca in cui le minacce si moltiplicano e si evolvono rapidamente e questa stessa tecnologia viene utilizzata anche da attori malevoli, che ne sfruttano il potenziale per ideare attacchi sempre più sofisticati. Ne sono un esempio le campagne di phishing di nuova generazione, i contenuti manipolati (come i deepfake audio-video) e gli strumenti generativi offerti da modelli oscuri come FraudGPT e WormGPT, capaci di automatizzare la scrittura di malware o messaggi fraudolenti con livelli di credibilità senza precedenti.

Alla luce di un recente studio del Netskope Threat Labs, nel 2024 si è registrato un preoccupante incremento delle attività dannose nei contesti lavorativi, con un triplicarsi dei clic su link di phishing e l’88% delle organizzazioni coinvolte mensilmente in download di contenuti malevoli. In questo scenario, le tecniche di ingegneria sociale potenziate dall’IA giocano un ruolo centrale nell’inganno degli utenti, rendendo essenziale l’adozione di contromisure altrettanto intelligenti.

Al contempo, si veda che l’utilizzo aziendale di applicazioni con funzionalità di intelligenza artificiale generativa ha esposto le organizzazioni a nuovi rischi, in particolare legati alla gestione e alla protezione dei dati. I dati caricati su tali piattaforme — che includono codici sorgente, informazioni regolamentate, credenziali di accesso e proprietà intellettuali — possono essere facilmente intercettati o riutilizzati per finalità illecite. Il rapido aumento dell’uso di questi strumenti da parte degli utenti aziendali, stimato in una crescita di 30 volte in un solo anno, impone quindi una riflessione urgente sulla necessità di politiche di controllo più stringenti e consapevoli.

Malgrado tali rischi, è importante evidenziare come l’IA rappresenti al tempo stesso una risorsa determinante per il rafforzamento delle difese informatiche. Le sue applicazioni includono il rilevamento tempestivo delle minacce, l’analisi comportamentale degli utenti e la prevenzione automatizzata delle violazioni. Algoritmi ben addestrati permettono di identificare comportamenti sospetti, come l’accesso a siti di phishing o l’inserimento di dati sensibili in prompt non autorizzati, intervenendo in tempo reale per bloccare o mitigare l’azione potenzialmente dannosa.

Si registrano nuovi sviluppi tecnologici, che hanno dato origine a strumenti di Data Loss Prevention (nota come “DLP”) capaci di fermare autonomamente attività che violano le policy aziendali, oppure di avvisare l’utente tramite notifiche contestuali che promuovono un comportamento più consapevole e a questo si aggiungono tecnologie avanzate di riconoscimento delle immagini, fondamentali per identificare potenziali fughe di dati anche quando le informazioni non si presentano in forma testuale (nel caso di screenshot o contenuti multimediali).

In sintesi, l’intelligenza artificiale si configura ormai come un elemento imprescindibile per affrontare le sfide della sicurezza digitale contemporanee e le sue capacità predittive e reattive, combinate con l’integrazione nei sistemi cloud e con lo sviluppo costante delle tecnologie di machine learning, offrono alle aziende un vantaggio competitivo fondamentale nella protezione dei propri asset informativi. Se opportunamente governata, l’IA non solo potrà contrastare le minacce alimentate dalla stessa tecnologia, ma si affermerà come pilastro portante della cybersicurezza del futuro.