L’European Media Freedom Act (noto come “EMFA”), formalmente Regolamento UE n. 1083/2024, delinea una tappa decisiva per la tutela della libertà e del pluralismo dei media nell’Unione europea. Con la sua piena applicazione, prevista per l’8 maggio 2027, l’UE introduce un quadro normativo vincolante volto a garantire l’indipendenza, la trasparenza e l’integrità del sistema informativo europeo, rafforzando le garanzie per i giornalisti, la protezione delle fonti e la sicurezza dei cittadini.

Il regolamento riconosce che la libertà di informazione è un diritto fondamentale e una condizione imprescindibile per la democrazia. L’obiettivo principale dell’EMFA è proteggere chi produce e diffonde notizie da ingerenze politiche, economiche o tecnologiche, assicurando al contempo ai cittadini l’accesso a un’informazione libera, pluralista e affidabile. In questo senso, la norma rappresenta non solo uno strumento tecnico, ma anche un atto politico di riaffermazione dei valori democratici europei, volto a contrastare la disinformazione e a difendere la trasparenza del dibattito pubblico.

Uno dei pilastri centrali del regolamento è la tutela delle fonti giornalistiche, considerata condizione essenziale per la libertà di stampa. L’articolo 4 dell’EMFA vieta l’utilizzo di spyware, software di sorveglianza e tecniche intrusive nei confronti di giornalisti e fonti, salvo in casi eccezionali e rigorosamente circoscritti, come il contrasto a reati di terrorismo o criminalità organizzata. Ogni deroga deve essere autorizzata da un’autorità giudiziaria indipendente e motivata secondo i principi di proporzionalità e necessità. Tale protezione si estende a tutti i professionisti dell’informazione, indipendentemente dal loro status contrattuale, riconoscendo la funzione di controllo sociale del giornalismo come bene pubblico.

Nel contesto italiano, esistono già norme di protezione delle fonti – come l’articolo 200 del codice di procedura penale e la legge n. 69/1963 – ma l’EMFA sollecita una maggiore chiarezza nell’applicazione e un rafforzamento del controllo giudiziario. Gli episodi di sorveglianza illegittima, come i casi Pegasus o Paragon, dimostrano infatti la necessità di un sistema di garanzie più solido e uniforme a livello europeo. Un altro asse portante del regolamento è l’integrazione tra libertà dei media e protezione dei dati personali. L’EMFA si coordina con il GDPR (Regolamento UE 2016/679) e con la Direttiva (UE) 2016/680, recepita in Italia con il d.lgs. 51/2018, stabilendo che il trattamento dei dati personali a fini giornalistici debba rispettare i principi di legittimità, necessità e proporzionalità. La riservatezza delle fonti assume così una dimensione tecnologica: è indispensabile garantire comunicazioni sicure, archiviazioni criptate e procedure di cybersecurity integrate, in linea con la deontologia professionale.

Il Garante per la protezione dei dati personali svolge in questo scenario un ruolo cruciale di vigilanza, promuovendo l’equilibrio tra libertà di stampa e diritto alla privacy. A livello europeo, l’EMFA istituisce il Media Board, un organo indipendente composto da rappresentanti delle autorità nazionali, con il compito di monitorare l’indipendenza dei media, contrastare le concentrazioni di potere e vigilare sull’uso di tecniche di sorveglianza, garantendo trasparenza e pluralismo.

L’EMFA si collega inoltre alla normativa sul whistleblowing, ossia la Direttiva UE 2019/1937 e d.lgs. 24/2023, incrementando la protezione dei segnalanti e dei giornalisti che raccolgono informazioni riservate. Il divieto di sorveglianza non autorizzata e la tutela delle fonti offrono una garanzia aggiuntiva a chi denuncia condotte illecite, promuovendo un ecosistema basato sulla responsabilità e sulla libertà di parola. Particolare rilievo assume il ruolo dei Data Protection Officer, chiamati a garantire la conformità delle redazioni e delle autorità alle norme sulla sicurezza dei dati. I DPO diventano figure di garanzia sostanziale, non meri consulenti tecnici: essi devono vigilare sulle misure invasive, favorire il dialogo tra istituzioni e media, e formare il personale sulla gestione etica delle informazioni.

In definitiva, l’EMFA rappresenta una tappa storica nel processo di integrazione europea dei diritti fondamentali, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità degli Stati membri di attuarlo concretamente, attraverso politiche di formazione, investimenti nella sicurezza informatica e cooperazione tra istituzioni, garanti e operatori dell’informazione.