Nell’ultimo periodo, la tematica relativa alla sovranità digitale è divenuta centrale nel palinsesto dell’agenda politica dell’Unione Europea: nell’attuale scenario globale dominato da tecnologie sia statunitensi che cinesi, la dipendenza dell’Europa da infrastrutture digitali extraeuropee si configura oggi come un rischio strategico per l’autonomia e la sicurezza dei suoi stati membri. Davanti a questa sfida, è nato il movimento EuroStack, un’iniziativa che punta alla definizione di un ecosistema digitale europeo autonomo, sostenibile e fondato su valori democratici. EuroStack si presenta come un’idea strategica, sostenuta da circa cento organizzazioni, con l’ambizione di promuovere un “Rinascimento digitale” che incrementi la capacità dell’Europa di sviluppare e gestire in autonomia tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale, il cloud, il supercalcolo e la gestione dei dati.
Uno dei punti fondamentali del movimento consiste nella promozione del principio di “Buy Europe”, ispirato al “Buy American Act” statunitense, volto a privilegiare le soluzioni tecnologiche europee negli appalti pubblici: tale misura è pensata per stimolare la domanda interna, sostenere le imprese digitali europee e rafforzare l’indipendenza delle infrastrutture critiche del continente. Al contempo, EuroStack propone invece un insieme di interventi mirati per superare ostacoli strutturali come la frammentazione del mercato unico, l’eccessiva burocrazia, la carenza di investimenti privati e la scarsa interoperabilità tra stati membri. Il movimento evidenzia altresì l’importanza di creare condizioni favorevoli per le startup deep-tech, con incentivi fiscali, investimenti in ricerca e sviluppo e norme più semplici che favoriscano la crescita imprenditoriale.
Circa un mese fa, EuroStack ha formalizzato le sue richieste con una lettera aperta indirizzata alla Presidente della Commissione Europea ove sollecita la creazione di gruppi di lavoro congiunti tra istituzioni e industria, finalizzati a trasformare gli obiettivi strategici in azioni operative. Tra le priorità indicate spicca il bisogno di stimolare la domanda per tecnologie europee attraverso obblighi chiari per il settore pubblico, promuovere modelli di collaborazione basati sul “pooling e federazione” delle risorse digitali e definire standard industriali comuni che favoriscano la diffusione di soluzioni europee. Appare prioritario lo sviluppo di servizi con alta probabilità di adozione, come quelli legati alla sicurezza informatica, e sulla definizione di criteri armonizzati per garantire la protezione dei dati sensibili in ambienti cloud, rafforzando così la fiducia nelle tecnologie sviluppate in Europa.
Vates, l’impresa europea impegnata nella promozione di tecnologie open source e tra i primi sostenitori di EuroStack, sta assumendo un ruolo chiave in questo processo: in assenza di un controllo sulle proprie infrastrutture digitali, l’Europa potrebbe rischiare di perdere capacità decisionale anche sul piano politico e culturale. In definitiva, EuroStack rappresenta una visione concreta e ambiziosa per il futuro digitale dell’Europa. Le sue proposte, che puntano a rendere l’Unione più resiliente, competitiva e autonoma, propendono verso una mobilitazione collettiva che superi la semplice regolamentazione delle Big Tech al fine di poter costruire un vero modello europeo, fondato su innovazione, trasparenza e indipendenza tecnologica. Soltanto attraverso un’azione coordinata e prudente, infatti, l’Europa avrà la possibilità di recuperare il controllo del proprio destino digitale e definirsi attraverso un ruolo da protagonista nell’attuale scenario globale.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.